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mercoledì 7 novembre 2012

Instagram si proietta direttamente in Rete, e Twitter lancia la sfida

Instagram, ossia il celebre social media fotografico che annovera cento milioni di utenti, approda anche sul web, permettendo agli utenti di avere un profilo simile a quello di Facebook. E il nuovo look ricorda molto il colosso di Zuckerberg, del resto la popolare applicazione nata su iPhone e arrivata su Android è stata acquistata qualche mese fa proprio da Mark Zuckerberg per un miliardo di dollari. "Sarà possibile seguire gli utenti, commentare le proprie foto e/o modificare il proprio profilo direttamente sul web", spiega Instagram attraverso il suo blog ufficiale. 


Le alternative per navigare su Instagram dal web non mancavano: Webstagram, Instush, Pinstagram, Gramfeed, Extragram per nominarne solo alcuni. Ma l'introduzione di un profilo ufficiale rende le possibilità più complete, con tanto di opzione per cliccare sul cuoricino del "mi piace". Anche se probabilmente Instush resta il servizio più completo per la navigazione desktop.


I nuovi profili saranno operativi in Rete la prossima settimana, ma qualcuno è già attivo. Instagram si basa sulla possibilità di scattare e modificare le foto con filtri ed effetti, e condividerle direttamente tramite smartphone. Una modalità di comunicazione che ha creato problemi a Twitter, che si è visto superare in volume di traffico lo scorso agosto. E anche il social media del passerotto ha annunciato l'arrivo dell'opzione per filtrare le immagini 2 direttamente dall'applicazione. Una novità che l'app mobile di Facebook ha introdotto già oggi nell'ultimo aggiornamento, incorporando le funzionalità di un'applicazione già esistente, Facebook Camera.


Intanto, Twitter insegue Instagram per quanto riguarda i filtri per le immagini. Infatti Twitter ha per molto tempo goduto di uno status elitario, glamour, fashion, trendy e cool, ma il boom di Instagram, cento milioni di utenti in pochi anni per il servizio di "social photo", ha imposto all'azienda di Dick Costolo un aggiustamento di rotta. Troppi utenti usano Instagram (che è di proprietà Facebook) come potrebbero benissimo usare Twitter, ovvero pubblicando immagini con pensieri e "hash tag" a corredo. E così a Twitter hanno pensato di offrire agli utenti un'esperienza analoga: la possibilità di caricare e condividere foto con opportuni "filtri", quegli effetti per abbellire, contrastare e invecchiare le immagini che hanno fatto la fortuna di Instagram.

giovedì 18 ottobre 2012

L'anomala richiesta di Apple sul software di dettatura

L'ultima versione di Mountain Lion, ossia il nuovo sistema operativo di Apple, offre alla clientela un gradevole programmino di dettatura vocale. Per attivarlo bisogna autorizzare preventivamente Apple a gestire in remoto la conversione del testo pronunciato e a mandare alla casa madre la lista dei contatti presenti sul nostro computer. Quindi, morale della favola, prendere o lasciare: o accettiamo che 'la Mela' ospiti sui suoi server anche i nomi della nostra rubrica oppure la dettatura vocale non potrà essere attivata. Le ragioni di questa scelta sarebbero legate, secondo il colosso di Cupertino, a una migliore comprensione del testo nel caso in cui, durante la dettatura, decidessimo di pronunciare i nomi, evidentemente complicati, dei nostri amici e parenti. Meno comprensibile il fatto che un eventuale nostro diniego alla consegna dei nostri contatti debba inibire del tutto l'utilizzo del servizio. Sarebbe sufficiente che Apple ci avvertisse che, nel caso in cui i nostri amici avessero cognomi particolarmente ostici e noi decidessimo di non comunicarli, il servizio text-to-speech non funzionerà altrettanto bene ma evidentemente tutto questo è troppo difficile e fonte di inutili complicazioni. La logica dell'opt-in, molto in voga nei vecchi tempi quando i computer erano controllati dai loro utenti, sembra essere un pò passata di moda. Ora sono i servizi, i sistemi operativi e le applicazioni connesse a Internet a dettare le condizioni. Si fa come ti dico io - ci dicono sempre più spesso - se non ti va bene, quella è la porta... fonte: articolo di Massimo Mantellini da l'Espresso -  dettagli tecnici: Dictation converte le parole pronunciate dall’utente in testo, inviando nello specifico i file audio catturati ai server Apple che provvederanno a fornire un riscontro testuale. Anche se non è una feature intelligente tanto quanto Siri, secondo le prove effettuate da AppleInsider pare che la dettatura vocale su OS X Mountain Lion funzioni piuttosto bene, è veloce e abbastanza accurata, ma come evidenziato poc’anzi necessita di una connessione a Internet costante per funzionare. Qualora l’utente non fosse in possesso di una connessione, l’icona di Dictation indicherà che la funzione non è disponibile. Il servizio è disattivato di default, ma per attivarlo basterà accedere alle Preferenze di Sistema e cliccare su Dictation per iniziare a fruirne. In pratica, per funzionare in maniera più precisa utilizzerà vari tipi di file locali – inclusi i contatti dell’utente – così da capire meglio ciò che si sta dettando. Per essere il più preciso possibile nel trascrivere ogni vostra parola, Dettatura di Mountain Lion interrompe automaticamente iTunes e ferma le ventole del portatile per creare un ambiente il più silenzioso possibile. Se necessario, entrambi si avviano di nuovo quando si è finito di dettare. u iOS, la tastiera virtuale include un piccolo tasto con l’icona di un microfono che è possibile utilizzare per attivare la modalità Dettatura. Dal momento che non è possibile aggiornare la tastiera hardware del Mac, Dettatura di Mountain Lion richiede di utilizzare una scorciatoia da tastiera. Di default, bisogna toccare il tasto Fn due volte. È inoltre possibile utilizzare la nuova voce Avvia dettatura (Start Dictation) che si trova nella parte inferiore del menu Modifica (Edit), Ma è possibile personalizzare la scorciatoia da tastiera nel pannello Dettatura e Voce delle Preferenze di Sistema.

lunedì 2 luglio 2012

Apple chiude la disputa del nome iPad in Cina

La Apple ha chiuso definitivamente la pratica legale inerente la proprietà del nome iPad sborsando 60 milioni di dollari all'azienda cinese ''Proview Technology''. La notizia è comunicata dall'Alta corte del popolo di Guangdong, sottolineando che la compagnia fondata da Steve Jobs ha raggiunto l'intesa grazie a una mediazione. La ''Mela'' sostiene di aver acquistato nel 2009 dalla compagnia cinese i diritti per l'uso del nome iPad in tutto il pianeta, ma secondo le autorità di Pechino il copyright in Cina non era mai stato trasferito. Grazie a questo accordo, la società di Cupertino potrà adoperare il nome iPad anche in Cina. Inoltre, si chiudono le possibili complicazioni legali per la vendita del tablet nel Paese asiatico, che rappresenta uno dei mercati più importanti per Apple. L'azienda cinese, che fino al 2009 aveva anche prodotto un computer da tavolo che si chiamava iPad, aveva registrato i marchi "iPad" e "IPAD" tra il 2000 e il 2004 in diversi paesi tra cui Cina, Corea del Sud, Messico, Singapore, Indonesia e anche nell'Unione europea. Nel 2009 una filiale della Proview a Taiwan aveva venduto per 55.000 dollari i diritti di marchio alla Apple, ma la casa madre non riconobbe quella vendita come valida per la Cina ma solo per Taiwan. ‘’Il caso e’ chiuso’’, ha affermato Ma Dongxiao, avvocato della controllata cinese di Proview, con sede a Shenzhen.

venerdì 22 giugno 2012

Google aggiorna Chrome per l’avvento del Display Retina della Apple

L’arrivo sul mercato del nuovo Mac-Book Pro dotato di Display Retina ha mobilitato non soltanto le aziende hardware, ma anche quelle dedite al software. La prova ci giunge da un nuovo annuncio targato Google: il colosso di Mountain View ha infatti ufficializzato l‘arrivo di una versione del browser Chrome ottimizzata per l’esecuzione a bordo di questo portatile, adeguandosi perfettamente all’elevata risoluzione che esso sa fornire, incrementando la qualità dell’applicazione. Con 2.880×1.800 pixel di risoluzione, il nuovo MacBook Pro vuole assicurare una resa delle foto e del testo unica, rendendo sostanzialmente indistinguibili i singoli pixel sullo schermo. Per ogni pollice ce ne sono più di duecento. Un simile passo in avanti sul profilo tecnologico non può non essere seguito da altre innovazioni nel campo del software, con la necessità di sviluppare applicazioni in grado di far bella figura anche ad una risoluzione così elevata, traendone tutti i vantaggi.

mercoledì 20 giugno 2012

Ufficiale: Microsoft lancia la sfida ad Apple con un tablet di sua produzione

Microsoft lancia il guanto di sfida alla ''Mela'' con un suo tablet, chiamato Surface. Anzi: con due suoi tablet, uno simile alla tavoletta della Apple, l'altro per una clientela professionale. Microsoft punta forte sulla produzione hardware. "Con l'arrivo di Windows 8 - ha affermato il Ceo di Microsoft, Steve Ballmer - non vogliamo lasciare nessuna zona scoperta. Come Windows ha avuto bisogno del mouse per essere completo, vogliamo dare a Windows 8 il suo hardware innovativo". Ambedue i tablet avranno un involucro in lega di magnesio, molto leggero, e uno schermo da 10,6 pollici, con risoluzione Hd da 1080p. Nel case è integrato un supporto per mantenerlo in posizione eretta mentre la cover - che sarà disponibile in numerosi colori - ha una doppia funzione: protezione dello schermo quando è chiusa e tastiera Qwerty con track pad quando è aperta. E' prevista una doppia antenna, per migliorare la connettività. Potrà essere utilizzato sia con il touch delle dita o con un pennino, e supporta la tecnologia Digital Ink (a 600 punti per pollice) per disegnare e scrivere.

venerdì 15 giugno 2012

In Gran Bretagna, Google rischia una multa salata per alcuni dati di Street View

Aperta un’inchiesta da parte dell’ICO. Se colpevole di violazione delle leggi sulla protezione dei dati personali, il colosso di Mountain View rischia una multa di cinquecentomila pounds, questo proprio mentre negli Stati Uniti è in atto un’indagine anti-trust da parte della FTC. Secondo Guardian.co.uk, Google è entrata in possesso di dati molto privati, che comprendono e-mail, cronologie, password, e perfino cartelle cliniche di persone nel Regno Unito. Alcuni di questi dati, se non molti, sono stati acquisiti senza il consenso dell’utente. «Durante il corso della nostra indagine, ci è stato detto da Google che si trattava di un semplice errore. Se i dati sono stati raccolti deliberatamente, è chiaro che si configura una situazione diversa rispetto a quanto segnalato nel mese di aprile 2010,», ha scritto l’ICO in una missiva diretta a Mountain View.