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mercoledì 26 settembre 2012

Su Google Street View arrivano anche immagini dai fondali marini

Street View, ovvero l'integrazione interattiva di Google Maps, va sott'acqua e si dedica all'esplorazione del fondale degli oceani. Si tratta della rivoluzione, targata Mountain View, che consente di vedere non soltanto strade, palazzi e angoli nascosti delle città, ma anche il mondo che si cela sui fondali marini. Dunque dopo nazioni e grandi città, anche mari e oceani di tutto il mondo verranno a breve  'mappati'. Il risultato e' di forte impatto e segna un altro distacco tra Google ed Apple sul fronte delle mappe, terreno fertile di scontro, ancor più dopo le gaffe emerse dalle prime mappe di Cupertino. Grazie alla collaborazione con il Catlin Seaview Survey, che si occupa del monitoraggio e lo studio delle barriere coralline, Google ha ottenuto alcune meravigliose immagini dei paesaggi marini più suggestivi e dei loro abitanti. E' possibile osservare da vicino coralli, tartarughe, mante e pesci di vario colore dall'Australia, Filippine e Hawaii, che ora sono a portata di clic. È la prima collezione di immagini sottomarine per la piattaforma made in Mountain View, a disposizione di tutti gli utenti che vorranno esplorare alcuni degli scenari più belli al mondo, dalle Filippine alle Hawaii. "Questo è stato possibile utilizzando la più avanzata tecnologia oggi disponibile, insieme alla prima macchina fotografica subacquea controllata da un tablet, la fotocamera SVII", hanno spiegato i manager di Big G. Per dare operatività al progetto, il team di Google Maps ha collaborato con la Catlin Seaview Survey (CSS), ossia un’organizzazione dedita allo studio delle barriere coralline. Per ottenere le prime panoramiche marine, la CSS ha messo a disposizione un rivoluzionario macchinario chiamato SVII che assomiglia a un cannone subacqueo e consente di catturare immagini a 360 gradi a ritmo continuo. SVII è fornito di 3 fotocamere ed è il primo strumento fotografico subacqueo comandato tramite tablet (un Samsung Galaxy tab), ne esistono solo due esemplari in tutto il mondo. Negli ultimi sei mesi i sub della CSS hanno dovuto percorrere spesso i tratti interessati, spostandosi a una velocità di 1,6 chilometri all’ora e scattando foto panoramiche ogni tre secondi. Quindi, a soli sette giorni di distanza dal disastroso debutto delle nuove mappe della Mela Morsicata, Google ha dimostrato di aver imparato anche a mappare i litorali oceanici. In alcune selezionate località, sarà possibile spingere l’omino giallo di Street View fin dentro l’acqua e per qualche centinaio di metri in navigazione subacqua sui fondali oceanici. In Australia, puoi osservare una tartaruga che nuota in mezzo a un branco di pesci, ma anche prenderti un minuto per scrutare il tramonto in semi-immersione, accoppiando la vista della barriera corallina a quella dell’isola al crepuscolo. Sull’isola di Apo, nelle Filippine, invece puoi osservare coralli antichi, mentre alle Hawaii puoi avere un assaggio dell’oceano pacifico nel suo splendore. Le immagini che si possono vedere sono molto interessanti e offrono una paesaggio davvero unico, in cui l’utente può cimentarsi alla scoperta della fauna locale o esplorare la barriera corallina. Tutto come se si fosse realmente sott'acqua. Il colosso di Mountain View, con questo nuovo esperimento, porta nella vita di molti la possibilità, oltre che di esplorare il fondale marino, di far assaporare una bella giornata al mare. Nel mondo, infatti, la maggior parte delle persone non ha mai fatto un bagno in mare, vuoi per il clima o per la distanza da esso. Con questo servizio invece qualsiasi utente può realizzare, anche se parzialmente, il proprio sogno. Il progetto persegue anche una finalità educativa. Come spiega il Project Director di CSS Richard Vever con queste parole: “Il più grande problema con l’oceano è che lontano dagli occhi e quindi dal cuore per la maggior parte di noi. Il 99% delle persone non ci hanno mai fatto un tuffo e mai lo faranno. Uno delle più grandi problematiche riguardanti la preservazione degli oceani è come coinvolgere la gente, questo è un formidabile modo per farlo.”

mercoledì 18 luglio 2012

Ora anche l'Antartide è su Google Street View

Da adesso su Street View ci sono anche le immagini delle storiche capanne di Shackleton e Scott. Quelle delle colonie di pinguini di Cape Royds. E si puo' ammirare il South Pole Telescope, ovvero il radiotelescopio di dieci metri collocato presso la base Amundsen-Scott. Si tratta di tutti i fotogrammi che hanno fatto la storia delle spedizioni in Antartide disponibili per esplorazioni virtuali grazie a Google Street View e alla collaborazione del Polar Geospatial Center presso l'Universita' del Minnesota e del New Zealand Antarctic Heritage Trust. "Lo scopo di questa iniziativa è dare ai ricercatori ma anche agli appassionati di viaggio di tutto il mondo immagini accurate e in alta risoluzione di posti storici", dice sul blog di Google Alex Starns, manager di Street View. "Con queste foto - continua - sia i geologi possono rintracciare strati sedimentari nelle Dry Valleys direttamente dalle loro scrivanie, sia gli studenti possono familiarizzare con le colonie di pinguini sulla Snow Hill Island con un solo clic". Le immagini sull'Antartide sono state raccolte tramite una macchina fotografica con obiettivo quadrangolare (lente 'fisheye') e un treppiede leggero.

venerdì 15 giugno 2012

In Gran Bretagna, Google rischia una multa salata per alcuni dati di Street View

Aperta un’inchiesta da parte dell’ICO. Se colpevole di violazione delle leggi sulla protezione dei dati personali, il colosso di Mountain View rischia una multa di cinquecentomila pounds, questo proprio mentre negli Stati Uniti è in atto un’indagine anti-trust da parte della FTC. Secondo Guardian.co.uk, Google è entrata in possesso di dati molto privati, che comprendono e-mail, cronologie, password, e perfino cartelle cliniche di persone nel Regno Unito. Alcuni di questi dati, se non molti, sono stati acquisiti senza il consenso dell’utente. «Durante il corso della nostra indagine, ci è stato detto da Google che si trattava di un semplice errore. Se i dati sono stati raccolti deliberatamente, è chiaro che si configura una situazione diversa rispetto a quanto segnalato nel mese di aprile 2010,», ha scritto l’ICO in una missiva diretta a Mountain View.