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giovedì 2 gennaio 2014

Ecco la prova che il fumo equivale a una droga

Vi siete mai chiesti perchè è così maledettamente difficile smettere di fumare? E soprattutto, perchè è così semplice e rapido iniziare? Si tratta di un quesito che si sono posti i ricercatori facente parte di un team all'interno del California Institute of Technology di Pasadena, a Los Angeles (Stati Uniti) e che hanno portato avanti tramite osservazioni e controlli effettuati sugli animali, in particolare su topi, che hanno reazioni simili a quelle umane e che esprimono l’Integrin Alpha6 marcata per mezzo di una proteina fluorescente durante l’esposizione alla nicotina. La nicotina entra e comanda il nostro organismo rendendosi subito “piacevole”.


Difatti, la nicotina, sebbene ritenuta più innocua di tante droghe pesanti, agisce sul nostro cervello in maniera raffinata e diretta, ingannandolo e convincendolo di avere bisogno di essa al punto da non poterne più fare a meno. Importanti, in questo processo, sono i recettori nAChRs che si attivano in alcune zone del nostro cervello quando vengono esposti a una sostanza “invitante”. E la nicotina risulta essere molto invitante, poichè agisce come una specie di “guida” che indica ai recettori dove sistemarsi in modo da potersi moltiplicare e ricevere meglio.


E’ un processo similare e non meno potente di quello che si innesca assumendo droghe pesanti. La nicotina agisce subdolamente, divenendo piacevole a tal punto da non volerci più rinunciare. Per questa ragione smettere di fumare non è una cosa semplice e nonostante il sapore oggettivamente terribile delle sigarette l’organismo ce ne chiede continuamente. Ecco perchè è difficile staccarsene al punto che le nuove sigarette elettroniche e le caramelle per smettere di fumare devono contenere almeno il sapore della nicotina per calmare l’organismo. Una compagna di viaggio molto subdola, che si presenta al corpo come “amica” utile al suo funzionamento, mentre invece lo avvelena ogni giorno di più. fonte: http://benessere.guidone.it/2014/01/02/perche-fumare-e-come-una-droga/?refresh_ce

giovedì 28 giugno 2012

Arriva il vaccino stile PacMan per smettere di fumare

Dire addio al fumo è un po' come stare in un videogioco. "Pensiamo a Pacman. Gli anticorpi dell'organismo viaggiano ovunque nei vasi sanguigni. Se ogni volta che incontrano una molecola di nicotina riescono a bloccarla, possono impedirle di arrivare al cervello e produrre i suoi effetti nocivi". Ronald Crystal, genetista presso la Cornell University di New York, sintetizza così la sua visione di un vaccino in grado tramite una sola iniezione di liberare per sempre una persona dal vizio del fumo. Il rimedio contro il tabagismo oggi viene sperimentato sui ratti. Prima che arrivi in farmacia ci vorranno ancora i test sull'uomo, ma gli sforzi per contrastare il meccanismo della dipendenza dalla nicotina non saranno mai sproporzionati rispetto ai benefici. Il fumo infatti è considerato responsabile di una morte su sei. Il vaccino in sperimentazione a New York punta a spezzare il meccanismo della dipendenza. L'anticorpo-Pacman, dopo aver abbracciato la molecola di nicotina, forma un agglomerato ingombrante, incapace di superare quel filtro selettivo che tutela il cervello dall'ingresso di sostanze estranee. La nicotina da sola non fa fatica a superare la barriera, uscire dal circolo sanguigno, entrare nel cervello e legarsi ai recettori del piacere, generando quella dipendenza da cui meno di un individuo su tre, fra quelli che decidono di smettere, riesce a liberarsi nel corso della vita. "Ogni boccata di fumo - dicono gli studiosi coordinati da Crystal su Science Translational Medicine - contiene oltre quattromila sostanze chimiche differenti, tuttavia è la nicotina il vero responsabile del meccanismo della dipendenza".  Convincere gli anticorpi ad attaccare la nicotina nel sangue prima che raggiunga il cervello non è cosa facile. Le molecole rilasciate dal fumo sono infatti troppo piccole perché il sistema immunitario le riconosca come nemiche. E i vaccini sperimentati finora, a base di anticorpi già maturi e addestrati a identificare e distruggere la nicotina, sono risultati efficaci per periodi troppo brevi. "Spesso chi riceveva le iniezioni lamentava problemi di allergia o febbre" spiega Laura Carrozzi, epidemiologa della Società italiana di medicina respiratoria, dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana e del Cnr. "In alternativa, si usano ormai comunemente prodotti sostitutivi del tabacco somministrati attraverso cerotti, inalatori o pasticche, un antidepressivo chiamato bupropione o un farmaco detto vareniclina, che si lega parzialmente ai recettori della nicotina nel cervello. Tutti questi prodotti alleviano i sintomi dell'astinenza, ma non bastano a smettere di fumare se manca la forza di volontà". A differenza dei vaccini tradizionali, questo contiene una sequenza di geni con tutte le istruzioni necessarie alle cellule per sintetizzare l'anticorpo-Pacman. Il frammento di materiale genetico viene inserito in un virus. Il microrganismo si occuperà di trasferirlo nelle cellule del fegato, dove inizierà la fabbricazione dell'anticorpo. I topolini che hanno ricevuto il vaccino nel laboratorio di New York hanno visto il livello di nicotina circolante nel sangue ridursi al 15 per cento della dose normale. E il fatto che l'anticorpo fosse prodotto direttamente dal fegato ha reso l'effetto di una singola iniezione permanente nel tempo. "Per il momento abbiamo svolto gli esperimenti solo nelle cavie" precisa Crystal. "Ma abbiamo fiducia che questa strategia possa aiutare i milioni di fumatori che hanno deciso di liberarsi dal vizio ma non hanno la forza per riuscirci".