venerdì 2 novembre 2012

Le meteoriti portarono la vita sulla Terra?

I micro-organismi che si schiantarono sul nostro Pianeta includevano pezzetti di pianeti lontani. Quindi potrebbero aver generato la vita sulla Terra. A ribadirlo c'è un nuovo studio svolto dagli scienziati della Princeton University con i colleghi della University of Arizona e del Centro de Astrobiología (CAB) in Spagna, reso noto in occasione del Congresso europeo di scienza planetaria svoltosi nella capitale iberica Madrid, il mese scorso.


Secondo gli studiosi, se alcune condizioni sembrano suggerire che la vita si sia formata direttamente sulla Terra, è pur vero che durante l'infanzia del sistema solare, la Terra e i pianeti in orbita attorno ad altre stelle sarebbero stati abbastanza vicini tra loro per scambiare frammenti di materiale solido.

Non si tratta del primo studio che indaga tale possibilità. Conosciuta come lithopanspermia, ovvero l'idea che le forme di vita di base siano arrivate da altri pianeti e corpi celesti distribuiti in tutto l'universo non è poi così campata in aria. I frammenti planetari trasportati dai meteoriti e gettati via dai pianeti a seguito di eruzioni vulcaniche o collisioni con altri corpi potrebbero aver agevolato tutto ciò.


Per provare ad avvalorare la loro congettura, i ricercatori hanno dao il via a un processo a bassa velocità definito 'trasferimento debole'. Mediante questo metodo è stato visto che i frammenti dei pianeti potrebbero essersi spinti lentamente ai confini della forza gravitazionale del corpo che li ospitava. Una volta allentata la presa, le rocce potrebbero essere sfuggire alla gravità per proiettarsi nello spazio, alla deriva, fino a quando non sono state attratte in un altro sistema planetario. E così via. In questo modo si sono arricchite di una gran quantità di sostanze.

Le precedenti ricerche su questo fenomeno suggerivano che la velocità con cui precipita la materia solida attraverso il cosmo rende difficile questa possibilità. Ma il nuovo studio pare aver trovato le prove della lithopanspermia, riducendo la velocità con cui i materiali solidi escono fuori dall'orbita di un oggetto di grandi dimensioni, 50 volte più lentamente rispetto alle stime precedenti, ossia quasi cento metri al secondo.

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