giovedì 20 settembre 2012

Faccine e 'emoticon' compiono 30 anni: il fautore fu il Prof. Fahlman

I segni comunicativi di un'epoca: faccine, smiles, le cosiddette 'emoticon'. E non provengono dalla tastiera energica di un ragazzino, bensì da quella di un importante docente, ovvero il prof. Scott Fahlman. Un ingegnere informatico che il 19 settembre 1982 su una "bbs", antesignana di gruppi e forum di oggi, lasciò come sigla un tris di caratteri che sarebbero passati alla storia, ossia semplicemente due punti, un trattino e una parentesi. Tre simboli che hanno formato la prima emoticon, uno "smiley", il sorriso digitale che si legge inclinando il capo di novanta gradi verso sinistra. Fahlman è stato riconosciuto come l'inventore dell'emoticon, dopo che per anni il "post" originario in cui era compresa è stato dato per perso, e poi recuperato da un nastro di backup. In realtà pare proprio che Scott Fahlman non fosse il primo utilizzatore degli 'smiley', ma solo  la firma più prestigiosa ad averne adoperato uno, elevandolo a livello di codice comunicativo. Oggi l'intuizione dell'icona si è evoluta graficamente in innumerevoli modi, ma il fascino di quei caratteri in codice ASCII resta lo stesso. Anche perché dopo la faccina sorridente ne sono arrivate altre decine, tutte composte con fantasia usando i caratteri di base nel set dei pc. A trent'anni di distanza fanno ormai parte del linguaggio digitale di ognuno, attraversando fasi contraddistinte dalle nuove tecnologie e dai nuovi dispositivi, arrivando indenni alle infinite possibilità comunicative attuali. Fahlman scriveva nel 1982, ignaro di dare il via a un sentiero che prosegue ai giorni nostri: "Scott E. Fahlman propose that the following character sequence for joke markers: :-) Read it sideways. Actually, it is probably more economical to mark things that are NOT jokes, given current trends. For this, use :-(". Un messaggio che ha rischiato di perdersi nella polvere della Storia, se non fosse stato per il lavoro di alcuni ricercatori Microsoft, i quali hanno recuperato il messaggio rovistando una quantità enorme di dati di backup impressi su nastri magnetici. E grazie a loro che la nascita delle emoticon ha una data precisa, quella in cui il linguaggio scritto ha iniziato a farsi simbolo, e la semantica fondersi con la potenza delle parole. E forse grazie a Fahlman, i caratteri Ascii oggi hanno un loro spazio nell'arte: la "Ascii art" è una delle attività creative più diffuse in Rete. Non solo faccine ma disegni e elaborazioni complesse, tutte basate sui puntini. Fahlman, ancora in attività presso la Carnegie Mellon University, nel 2007 ha anche dato vita al cosiddetto Smiley Award, destinato a premiare gli studenti dimostratisi meritevoli grazie a progetti destinati “all’innovazione della comunicazione tra persone assistita dalla tecnologia”. Fahlman aveva in mente delle emoticons basate su una "sintassi" estremamente scarna, per cui, oltre alla già citata faccina che esprime una condizione psicologica positiva, doveva essere utilizzata una emoticon che rappresentasse lo stato d'animo contrario - ":-(" - in segno di disappunto o delusione. In questi tre decenni, la "faccina" ha subito tante trasformazioni, è diventata gialla, più cicciotta ed ha fatto amicizia... Ora le emoticon sono tantissime, e formano parte di qualsiasi conversazione digitale. Non solo nelle email, gli smiley colorano le nostre frasi su Facebook, su Messenger, su Skype, su Facebook, su WhatsApp e ovunque una tastiera sia chiamata a trasmettere il nostro stato d'animo al di là delle parole. L'inventore delle emoticon, il professor Scott Fahlman, ha recentemente dichiarato: "penso che le nuove emoticon sono brutte e che rovinano un modo intelligente di esprimere le proprie emozioni usando unicamente la tastiera. Ma forse la penso così solo perché non le ho inventate io!".

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