giovedì 23 agosto 2012

Le scoperte della sonda 'Messenger' sul pianeta Mercurio

Una piccola sonda gestita dalla Nasa ha impiegato ben sette anni per raggiungere Mercurio, ovvero il pianeta più piccolo del Sistema Solare. Ne è valsa la pena: 'Messenger', come è stata battezzata, sta infatti offrendo molte sorprese ai ricercatori impegnati ad esaminare le oltre centomila immagini inviate finora di questo oggetto alieno e misterioso. Ad analizzarle, un team del Massachussets Institute of Technology coordinato da Maria Zuber, che ha sfruttato le riprese dell'altimetro laser montato a bordo della sonda per ricostruire alture e avallamenti della superficie del pianeta, ricavandone preziose informazioni su spessore e composizione della sua crosta superficiale. Sulla base di questi dati, si è scoperto che Mercurio possiede una struttura interna diversa da quella degli altri pianeti del Sistema Solare. Racchiuso in un guscio solido di solfato di ferro, si trova infatti un denso nucleo di ferro circondato da un anello liquido che occupa circa l'83 per cento del suo raggio: una proporzione ben diversa da quella della Terra, il cui nucleo si estende solo per la metà del raggio. Un 'cuore' così denso potrebbe spiegare perchè Mercurio abbia una forza di gravità simile a quella di Marte, pur essendo decisamente più piccolo. Mantello e crosta che lo ricoprono sono invece molto sottili e poveri di ferro e sarebbero mantenuti 'plastici' dal calore irradiato verso l'esterno: il materiale superficiale, sotto il peso di montagne e rilievi, tenderebbe invece ad affondare nel mantello, spiegando in questo modo come mai Mercurio sia più piatto rispetto agli altri pianeti rocciosi, con un dislivello di soli 9,85 km tra le formazioni più alte e quelle più basse, rispetto ai 19,9 km della Luna e agli addirittura 30 km di Marte.

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