
La conseguenza è che l’irradiazione solare sarà maggiore rispetto a quella odierna, e di conseguenza lo saranno anche le temperature sul suolo e negli oceani. I modelli climatici realizzati da Steven Sherwood e altri scienziati di un team dell'università del New South Wales, hanno evidenziato che il clima terrestre è molto più sensibile di quanto si credeva all'anidride carbonica. Le emissioni di CO2 vanno infatti a miscelarsi con i gas della troposfera, la fascia dell'atmosfera più vicina alla Terra. In quest'area si creano le nuvole che riflettono i raggi solari, mitigando il clima. Ma se le emissioni di anidride carbonica non saranno diminuite, queste nuvole diventeranno più rare e scomparirà lo schermo che ci protegge dal calore solare.
"L'aumento delle temperature sarà molto maggiore di quanto si era finora stimato - dice il professor Sherwood - la vita sarà ardua se non addirittura improbabile, soprattutto nella zona dei tropici". Ma il cambiamento climatico potrebbe interessare tutte le aree del pianeta. Il suo studio conferma che un aumento di 4 gradi della temperature terrestre provocherebbe lo scioglimento completo della calotta glaciale della Groenlandia. Anche vaste zone dell'Antartide si scongelerebbero, causando l'innalzamento del livello dei mari. Ma nel 2200 la Terra potrebbe trasformarsi in un vero e proprio forno. Infatti le temperature medie del nostro pianeta potrebbero aumentare di ben otto gradi, minacciando a quel punto la sopravvivenza della specie umana. I ricercatori hanno scoperto che tutti i modelli climatici attuali mostrano una bassa risposta della temperatura globale alla presenza di anidride carbonica, in quanto non prevedono la presenza di vapore che, pur liberandosi in atmosfera non va a formare la copertura nuvolosa caratteristica della pioggia. Invece, simulano quasi tutti il fenomeno della formazione di nubi. fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2014/01/04/news/sar_un_apocalisse_bollente_entro_il_2100_temperature_saliranno_di_4_gradi-75102569/?rss