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domenica 14 ottobre 2012

Lenti a contatto coassiali per correggere e curare la miopia

Si possono utilizzare le lenti a contatto per risolvere la miopia. Infatti, a quanto sembra, un team di scienziati facente parte della State University di New York ha ideato delle particolari lenti a contatto che porterebbero l'occhio a correggere la visione, divenendo una potenziale cura per la miopia. Gli esperimenti svolti dai ricercatori a tal proposito hanno messo in evidenza che queste lenti sono capaci di mutare la crescita e lo stato di rifrazione dell'occhio, fino a ridurre l'allungamento dell'occhio che provoca la progressione della miopia. Questa lungimiranza periferica può peggiorare la miopia perché, per esempio, quando un bambino che presenta miopia cresce, anche l’occhio cresce per spostare la retina laddove la luce viene focalizzata, allungando ancora di più l’occhio. La miopia, con l’avanzare degli anni, tende purtroppo a peggiorare, non è raro, infatti, che a distanza di tempo, soprattutto quando è al di sopra delle 5 diottrie, compaia un disturbo che prende il nome di miodesopsie, conosciuto anche con il nome di “mosche volanti”, causato dalla presenza di corpi mobili sull’umor vitreo, che ostacolando il passaggio della luce attraverso il bulbo oculare, generano ombre sulla superficie della retina. La struttura di queste lenti è stata concepita per essere in grado di sfruttare più potenze focali all'interno di ogni singola lente. Grazie agli straordinari risultati ottenuti nei test i ricercatori sono certi che molto presto saranno disponibili diversi modelli di queste "miracolose" lenti a contatto. Gli studi condotti dal dottor Troilo e dal suo team saranno presentati il prossimo 14 ottobre 2012 presso Rochester (NY), in occasione dell'evento Optical Society's (OSA) Annual Meeting, Frontiers in Optics (FiO) 2012. Sino ad ora la miopia era stata etichettata dalla scienza come un difetto della vista (difficoltà nel mettere a fuoco oggetti distanti) tendente a peggiorare nel tempo e l'uso degli occhiali solo un rimedio al sintomo che permetteva di vederci meglio ma non di guarire. Anzi, molto spesso, in realtà, è proprio l'uso degli occhiali e delle lenti a contatto a far peggiorare, nel tempo, la miopia. Questo nuovo genere di letti a contatto, invece, in base agli esiti dei test ottenuti dal dottor Troilo e dai colleghi della US, sono in grado di alterare il modo in cui la luce si concentra nella retina periferica, portando a cambiamenti in termini di crescita che aiutano a ripristinare l'occhio nel modo corretto. Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori ritengono presto potrebbero essere resi disponibili diversi modelli di lenti a contatto. Gli oculisti avranno così a disposizione un mezzo efficace per curare la miopia, in particolare nei bambini. Gli occhiali o le lenti a contatto che correggono il cosiddetto “defocus” sull’asse principale visivo possono produrre un leggero grado di lungimiranza nella retina periferica, che può peggiorare la miopia. Le lenti a contatto coassiali riescono ad alterare il modo in cui la luce si concentra nella retina periferica, modificando la crescita e rimodellando l’occhio. La particolarità di queste lenti a contatto, per ora testate in laboratorio, è la capacità di modificare il modo in cui la luce si riflette sulla retina periferica e il guidare la crescita dell’occhio nel modo desiderato, per rimodellarlo. Gli occhiali e le lenti a contatto come noto non curano il difetto, semplicemente servono a correggere il sintomo, aiutando le persone a vedere meglio.

mercoledì 19 settembre 2012

Il laser a femtosecondi per il trapianto di cornea

Ecco i vantaggi del laser a femtosecondi: migliore acuità visiva, velocità di cicatrizzazione, minore astigmatismo finale. Si tratta di un'innovazione nell'ambito dei trapianti di cornea, un intervento che viene eseguito nel nostro Paese ben 5mila volte all'anno. L'Italia è il primo Paese Europeo per la donazione di cornee con 7.246 donatori nel solo anno 2011, facendo registrare un +8 per cento nei confronti dei 6.742 dell'anno precedente. Frequenti anche i disturbi più comuni che portano all'intervento: il cheratocono, una irregolarità di curvatura corneale molto diffusa nei giovani o l'edema cronico con relativa opacizzazione della cornea, riscontrabile negli anziani che si sottopongono a operazioni di cataratta e leucomi, ovvero cicatrici della cornea. Questo strumento consta di un laser a infrarossi, il quale emette degli impulsi ultracorti di durata infinitesimale, nell'ambito dei femtosecondi. La “luce” viene localizzata nello spessore della cornea, sezionando solo il tessuto calcolato, facendo tagli con una forma e ad una profondità predeterminata. "L'uso di questo laser – dichiara Aldo Fronterrè, dottore in Chirurgia corneale a Milano e Pavia, e prima Primario di Chirurgia Oculistica alla Fondazione 'S. Maugeri'- consente il miglioramento della precisione e della sicurezza nelle operazioni con un ottimale adattamento tra donatore e ricevente. Questi requisiti permettono una cicatrizzazione migliore e più rapida, di conseguenza un ridotto astigmatismo e una ripresa visiva più veloce". Dal primo trapianto di cornea, eseguito più di cento anni fa da Eduard Zirm, molti miglioramenti sono stati introdotti nella tecnica chirurgica e nella terapia, tuttavia sono state utilizzate sempre delle lame impugnate dalla mano del chirurgo. Ciò comporta però possibili danni alle strutture intraoculari, tagli incompleti, obliqui, di forma non regolare e soprattutto non perfetta coincidenza della forma del taglio fra donatore e ricevente. Da annoverare tra i vantaggi dei femtosecondi anche la velocità nella “guarigione”: le suture sono asportate dopo sei mesi rispetto al periodo di un anno relativo alla tecnica tradizionale e nell'arco di poche settimane avviene la ripresa visiva. "Le tecniche del passato lasciavano spazio a possibili danni alle strutture intraoculari, tagli incompleti, obliqui, di forma non regolare e soprattutto non perfetta coincidenza della forma del taglio fra donatore e ricevente" e i rischi legati alle metodologie del passato, conclude lo specialista Fronterrè, a margine del congresso «Eucornea» di Milano: "possono compromettere la regolarità della giunzione fra donatore e ricevente causando un astigmatismo alto o irregolare che influenzerà l'esito visivo finale in modo negativo". Una tecnica come questa rappresenta dunque un notevole passo avanti per la ricerca, una speranza per tutti coloro che hanno bisogno del trapianto di cornea, nonché un potenziale risparmio economico per i pazienti e il Sistema Sanitario Nazionale.