giovedì 1 novembre 2012

Telefonia senza fili: Duracell Powermat sfrutta l'idea di Tesla

Si avvicina un tempo in cui collegare con il filo il cellulare o il computer a un presa di corrente sarà come attaccare un cavallo a una carrozza. Roba d'altri tempi, grazie ai passi avanti della tecnologia a induzione magnetica. Questa è stata integrata per la prima volta in un cellulare: il Nokia Lumia 920, che uscirà quest'anno. Per ricaricarlo, è sufficiente appoggiarlo su uno speciale cuscinetto dotato di questa tecnologia. E' il frutto di un'invenzione antica, in realtà: dello scienziato ottocentesco Nicola Tesla, ovvero il primo a capire che era possibile trasferire l'energia elettrica a distanza. E' vero che da anni è possibile ricaricare i cellulari senza fili; con le periferiche dell'azienda Duracell Powermat, per esempio. Ma è una soluzione che ha tardato a diffondersi: richiedeva che l'utente comprasse anche il dispositivo ricevitore della carica wireless. 


Nokia l'ha integrato nel telefonino, portando questa tecnologia sulla buona strada per la popolarità. E ora che Power Mat sta distribuendo i dispositivi di ricarica in alcuni posti di New York (saloni di bellezza, centri commerciali, giardini pubblici). Il decollo di questi sistemi potrebbe essere utile anche per ricaricare a distanza le auto elettriche, più di una per volta allo stessa stazione: già ci prova un progetto di Mitsubishi Motors e Ihi Corporation, con un raggio di venti centimetri. General Motors ha comprato una quota di Power Mat e ne integrerà la tecnologia con alcune automobili elettriche.


L’obiettivo di Nokia e Duracell è quello di far diventare i dispositivi per la ricarica senza fili un accessorio acquistabile da tutti: oggi infatti sono relegati ad una richiesta di mercato davvero ristretta, ancora non in grado di stuzzicare l’appetito delle masse per monetizzare a dovere la tecnologia proposta. Ciò che ci si dovrà aspettare da tale partnership sarà un possibile alimentatore wireless incorporato negli smartphone o nei tablet entro i prossimi quattro o cinque anni, sempre se il lavoro saprà dare i suoi frutti.

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