In qualunque stazione, museo, aeroporto ci sentiremo come a casa e sapremo subito come orientarci nel fare la spesa al supermercato, grazie a un mucchio di tecnologie su cui lavorano i big dell'high tech e una quarantina di start up innovative.
E' il fenomeno del '' gps indoor '', cioè la possibilità di utilizzare le mappe dei nostri cellulari per trovare la strada anche nei luoghi chiusi. Com'è noto, adesso il gps funziona all'aperto ma tende a perdere il segnale non appena si varca la porta di un qualunque edificio.
Due novità di quest'estate provano a risolvere il problema. La prima è una tecnologia della start-up IndoorAtlas, fondata da ricercatori universitari finlandesi. Crea una mappa degli edifici analizzando i campi magnetici terrestri.
I cellulari possono utilizzarla tramite la bussola integrata in tutti gli smartphone. Ha una precisione di qualche centimetro e quindi potrebbe anche spiegare al turista che cos'è quella statua che ha davanti agli occhi.Richiede però che qualcuno (ad esempio sviluppatori di ''app'') mappino preventivamente i singoli edifici con questa tecnologia.
Il sistema UnLoc è la seconda novità, creato dalla inglese Duke University, sfrutta invece i segnali wi-fi, le frequenze emesse dagli altri cellulari e i dati di accelerometri e giroscopi integrati nello smartphone dell'utente: è meno preciso (1,3 metri), ma più immediato, Da novembre 2011 lavora sul Gps Indoor anche la ''solita'' Google: infatti, Mountain View chiede a musei, aeroporti, centri commerciali, di mandargli le mappe degli edifici e poi le offre agli utenti via Internet.
Anche Nokia ha un proprio sistema, il quale è basato sul Blue Tooth del telefonino cellulare. Secondo Ims Research, avremo le mappe di 120 mila edifici importanti entro l'anno 2016.
Nessun commento:
Posta un commento