domenica 4 novembre 2012

I vantaggi del camminare: abbassa anche il rischio di diabete

Per la nostra salute è davvero importante camminare, dunque concedetevi del tempo libero per fare una bella passeggiata perché, spiegano gli esperti del settore, si corrono meno rischi di sviluppare il diabete di tipo 2.

A rivelarlo è uno studio effettuato presso l’Università di Washington, dove i ricercatori hanno scoperto che è possibile ottenere benefici facendo almeno diecimila passi al giorno. Chi è già abituato non può che esserne soddisfatto, i più sedentari (chi per necessità di lavoro chi per pigrizia) invece avranno un motivo in più per mantenersi in forma.

La ricerca, pubblicata sulla rivista medica ''Diabetes Care'', è stata svolta su quasi duemila volontari, ai quali è stato chiesto di indossare un contapassi per circa una settimana. Nessuno di loro soffriva di diabete.

Circa la metà del campione preso in esame non ha superato i 7800 passi al giorno, un quarto addirittura non ha oltrepassato i 3500 passi. Dopo cinque anni di osservazione, il 16 per cento delle persone che camminavano di meno ha sviluppato diabete.




Secondo i ricercatori, coloro che camminano molto possono arrivare a diminuire il rischio di diabete fino al 28 per cento. Visto che le passeggiate fanno bene, quando è possibile, basta indossare scarpe comode e provare a compiere i fatidici ''10.000 passi della salute''.

Diecimila passi: tradotto in distanza fanno circa 7 km. Sembra moltissimo, ma se si pensa che una persona, in una giornata qualunque, guardando le vetrine, buttando la spazzatura, passando l’aspirapolvere, compie 5.000 passi tre km e mezzo, l’obiettivo è tutt’altro che impossibile.

Comunque è noto che il camminare, al di là di questa ricerca, porta molti benefici:  ad esempio, una passeggiata di un’ora a 4 km orari fa spendere fra le 100 e le 200 calorie e fa bruciare almeno sei grammi di grasso. Inoltre, camminare aiuta a ridurre il livello di colesterolo “cattivo” (o LDL, lipoproteine a bassa densità che trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule di tutto l’organismo) e alzare quello “buono” (o HDL, lipoproteine ad alta densità, che portano il colesterolo in eccesso dai tessuti corporei verso il fegato che ha il compito di smaltirlo), ed aiuta ad abbassare la pressione arteriosa.

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