giovedì 25 ottobre 2012

Una Rete che monitora piante e ambiente: connettere gli alberi e capire il loro 'linguaggio'

Computer dotati di radici, centraline ambientali in cui scorre la linfa, robot guidati da una pianta, impianti vegetali per la depurazione, la bonifica dei terreni o la desalinizzazione dell'acqua, La tecnologia sempre più spesso si rivolge al mondo vegetale in cerca della soluzione ai nostri problemi, con esiti sorprendenti. Provate a pensare per esempio a un intero bosco messo in Rete o agli alberi di una città che si scambiano informazioni sulla qualità dell'aria, segnalando anche eventuali pericoli ambientali magari mediante l'invio di sms. Forse un giorno sarà parte della nostra vita quotidiana. Un giorno che potrebbe non essere poi così remoto, considerando che l'Unione Europea ha finanziato l'idea con un milione e mezzo di euro a valere sui Fet Open (la misura riservata alle Future Emerging Technologies, le più innovative e promettenti idee tecnologiche sfornate dai centri di ricerca europei). Tre anni di tempo per costruire - questo prevede il progetto - una scatoletta da attaccare agli alberi per trasformarli ognuno in una centralina ambientale e creare una rete di bio-sensori vegetali collegati a Internet, che possano immettere in Rete i valori delle decine di diversi parametri ambientali (dalla temperatura all'umidità, dalla luce al vento) continuamente rilevati dalle piante per la loro stessa sopravvivenza. Una Rete vivente, per controllare in tempo reale, la qualità dell'aria, prevenire disastri ambientali, verificare i livelli di inquinamento e interfacciarsi con i sistemi di comunicazione umana. ''Abbiamo iniziato lo scorso maggio e in questa fase stiamo raccogliendo un database di tutti i segnali che le piante emettono in funzione di particolari stimoli'', dice Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell'Università di Firenze (Linv) che è capofila del progetto cui partecipano anche l'Università di Southampton, il London Center for Mathematical Science, lo spin-off universitario romano Wlab e l'azienda spagnola Advantic sistemas y servicios. ''L'obiettivo è di arrivare alla produzione di un prototipo di dispositivo elettronico che costi meno di dieci euro e consenta di collegare virtualmente ogni albero alla Rete Internet, trasformandolo in una centralina ambientale. Sarà una semplice scatoletta, dotata di un chip con algoritmi in grado di decifrare i segnali che le piante producono e si scambiano continuamente. Quando avremo raccolto un congruo database, trasferiremo i dati ai nostri partner, che lavoreranno per decodificarli; in pratica, stiamo tentando di tradurre una lingua ignota e abbiamo iniziato a raccogliere alcune parole associandole a dei significati. Altri poi ci aiuteranno nel lavoro di traduzione matematica di queste informazioni''. Il lavoro di codifica è ovviamente enorme, e come se non bastasse si basa su un'incognita: ovvero sull'ipotesi che la ''lingua'' vegetale sia ricca di parole e non sia invece limitata a tre-quattro espressioni multi-uso. - fonte; L'Espresso, alessandra viola, pag. 130, n. 43 anno LVIII

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