martedì 23 ottobre 2012

In Spagna si convertono alghe marine in bio-carburante

Direttamente da Alicante (Spagna), capoluogo di provincia della regione autonoma di Valencia, arriva un progetto interessante e innovativo, ovvero sfruttare le alghe per la produzione di eco-petrolio. Il carburante artificiale è già in fase di sperimentazione nell’impianto dimostrativo di Alicante, grazie alla spinta imprenditoriale di Willer Bordon, ex ministro dell'Ambiente ora presidente e amministratore delegato di EnAlg, azienda che ha brevettato l'iniziativa. Si tratta, dunque, di un esempio di pura imprenditoria privata: «in un metro cubo d'acqua - afferma Bordon - sviluppiamo biomassa che in natura sarebbe prodotta da un bacino di un milione di metri cubi. Il nostro pianeta è uno spazio relativo con limitate fonti energetiche d'origine fossile. Avere il petrolio fossile come pressoché unica fonte energetica – sottolinea l’esperto - è un lusso che non ci possiamo più permettere perché c'é rischio dipendenza e rischio ritardo nella ricerca innovativa. E se l'Italia lascerà agli altri Paesi la ricerca, pagherà poi un costo». Sarà necessario attendere qualche anno, ma potrebbe davvero valerne la pena: «grazie alla tecnologia di Bio Fuel Systems – afferma Bordon - stiamo lavorando per lo sviluppo di un percorso naturale che è basato, per le proprietà delle micro-alghe, sulla cattura e la riduzione accelerata della Co2, utilizzando l'energia solare, la fotosintesi, e i campi elettromagnetici». L'innovativo progetto punta quindi a sfruttare la bio-massa, precisamente tonnellate di alghe, le quali rappresentano il cuore del processo di conversione della CO2 in energia. Sfruttando la naturale capacità riproduttiva di questi micro-organismi e le innovative tecnologie non inquinanti, le alghe vengono trasformate in biomassa dalle proprietà altamente energetiche.  Il loro utilizzo permette da una parte di eliminare e riciclare le emissioni CO2, dall’altra di evitare la produzione di emissioni solforose, due elementi fondamentali per evitare le piogge acide e ridurre in modo tangibile il riscaldamento globale del pianeta rispettando gli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto. Grazie alla cattura della CO2 e alla fissazione del carbonio nel ciclo fotosintetico, si inverte il processo innescato dall'uomo con l'utilizzo dei combustibili fossili che rilasciano gas dannosi nell'atmosfera. L'emissione di anidride carbonica diretta, garantiscono i ricercatori EnAlg, è nulla, in quanto quella prodotta nel processo viene re-immessa nel ciclo e evitando il rilascio di ulteriori fumi tossici o polveri pesanti. Dettagli da non sottovalutare, soprattutto se si considera come «ancora oggi sia il petrolio a fornire l'85 per cento del fabbisogno energetico globale» sintetizza Bordon, annunciando al tempo stesso che dal 2012 riuscirà a portare in produzione il carburante non solo "CO2-Free", ma in grado, come accennato sopra, di abbattere le emissioni grazie all'azione riducente dell'ingrediente di base: le alghe marine Omega. Proprio questa tipologia di alga, utilizzata anche in campo farmaceutico, «ha una resa di eco-energia – sottolineano gli esperti - da 20 a 40 volte superiore a qualsiasi altra biomassa. Entro un anno anche questo “petrolio artificiale”, su brevetto della partecipata spagnola Bfs, verrà realizzato in continuo. Un'esperienza industriale che parte dalla connessione fra brevetti e ricerche delle università di Alicante e Valencia, ma anche francesi, italiane e tedesche».

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