mercoledì 31 ottobre 2012

Bicocca, ricavata dalla soia la nanospugna assorbi-gas

Agli studiosi dell'Università Bicocca di Milano è 'frullata' in testa un'idea ambiziosa e a primo acchitto strampalata, ovvero racchiudere una superficie pari a cinque mila metri quadri all'interno di un materiale che pesa un sol grammo. Pensate che i 'geniacci' a cui è balenata l'idea, sono riusciti anche a realizzarla, tramite materiali di origine organica, privi di metalli pesanti e assolutamente bio-degradabili. All'ateneo meneghino hanno infatti messo a punto 2 innovativi materiali che hanno una straordinaria caratteristica analoga alle spugne, ossia assorbono e mantengono al loro interno elevate quantità di gas, in particolare idrogeno, metano e anidride carbonica.


Il team, guidato da Giovanni Caldara, emerito docente di chimica industriale presso il dipartimento di scienza dei materiali di Milano-Bicocca (e spesso ospite nei programmi tv di Piero Angela e Michele Mirabella), ha effettuato il progetto H2-Ecomat, finanziato con 750 mila euro totali, per il 50 per cento ciascuno dall'università stessa e dalla Regione Lombardia. I due nuovi materiali, dall'aspetto granuloso, hanno la caratteristica di avere al proprio interno una porosità elevatissima: in pratica si tratta di un ammasso di nanotubuli di dimensioni nanometriche che assorbono ben precisi gas e non altri (come azoto e ossigeno). I due materiali - in cui è in corso il deposito dei brevetti - sono stati momentaneamente battezzati con due sigle: Mir (Materiali sintetici iperreticolati) e Mpob (Materiali porosi di origine biologica).


Infatti sono derivati dai peptidi (molecole costituite da una catena di pochi amminoacidi) ricavati dalla soia, quindi da biomasse. Una volta esaurito il loro ciclo di vita, possono essere smaltiti tra i rifiuti urbani. Queste «nanospugne» assorbono enormi quantità di gas grazie alle forze di Van der Waals, una forza «debole» che agisce a livello molecolare. Tra le caratteristiche figura la capacità di rilasciare i gas stoccati all'interno delle nanospugne - mantenendo inalterare le loro caratteristiche - con un semplice blando riscaldamento della polvere di nanospugne. «Stiamo entrando nella fase del trasferimento tecnologico alle aziende che hanno dimostrato interesse per la nostra scoperta: società di trasporti pubblici e privati e della distribuzione di energia», dice soddisfatto Caldara. «Questi materiali sono un esempio concreto dell'efficacia e dell'eccellenza della ricerca italiana», afferma ancora Caldara.


«Le applicazioni sono interessanti in tre settori», ha spiegato Piero Sozzani (che ha coaudivato la ricerca) presentando il 30 ottobre le sue scoperte. «Nel trasporto di bombole di gas più leggere, meno ingombranti e sicure delle attuali perché il gas viene stoccato a pressioni minori; nella separazione di CO2 a livello industriale; nell'industria automobilistica per le vetture a metano e a idrogeno». Per esempio se la polvere delle nanospugne viene inserita in una bombola, riduce la pressione del gas - a parità di volume - fino a 30-80 atmosfere. In un recipiente di un litro riempito di nano-spugne è possibile stoccare quaranta litri di metano a zero gradi con un dispendio di energia minimo. In futuro, quindi bombole e serbatoi più piccoli e meno pesanti, che significano meno costi e minori consumi per un'automobile.

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