sabato 25 agosto 2012

L'errore genetico che ha differenziato l'uomo dai suoi predecessori

Un piccolo errore genetico ha segnato la storia evolutiva del cervello umano, differenziandolo in modo drastico e repentino da quello dei nostri predecessori, ovvero gli australopitechi. Sulla linea del tempo, questa tacca andrebbe segnata intorno ai 2,4 milioni di anni fa, quando un gene chiamato Srgap2 ha duplicato sè stesso. La rara mutazione ci ha fatto comodo: da allora, infatti, la copia interferisce con l'originale, rallentando la maturazione dei neuroni. Le cellule dunque hanno tutto il tempo per essere plasmate in una forma complessa, con numerose terminazioni lunghe e sottili, e sono in grado di scambiare informazioni con molti più neuroni, anche lontani, rispetto a quelle dei nostri 'antenati' e delle attuali scimmie. E proprio 2,4 milioni di anni fa - mentre il cranio infantile diveniva più malleabile, ossia capace di alloggiare un cervello via via sempre più grande - le linee dei generi Australopithecus e Homo si sono divise. Ad affermarlo sono Franck Polleux, dello Scrips Research Institute di La Jolla (California), e Evan Eichler, facente parte dell'Università di Washington (Usa), attraverso due studi pubblicati sulla rivista '' Cell ''. I ricercatori hanno infatti compreso il ruolo di Srgap2, cruciale per il corretto sviluppo del cervello, e hanno scoperto che topi geneticamente modificati per esprimere questo gene nella corteccia cerebrale, sviluppano neuroni simili ai nostri, con un alto numero di lunghe ramificazioni.

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