giovedì 28 giugno 2012

Sperimentazione di innesto di staminali per curare la Sla

Una sperimentazione italiana ha effettuato per la prima volta un impianto di cellule staminali in un uomo affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Le cellule sono state estratte da un feto morto per cause naturali, dunque non ci sono possibilità di questioni etiche. Una piccola quantità di tessuto nervoso potrebbe bastare a trattare sino a un centinaio di pazienti, affetti anche da altre patologie neurologiche degenerative. L'intervento è stato realizzato da un gruppo guidato da Angelo Vescovi, il direttore dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, a San Giovanni Rotondo (Foggia) e, per la parte neurologica, da Letizia Mazzini, responsabile del Centro Sla dell'ospedale Maggiore della Carità, a Novara. L'intervento è stato eseguito dal gruppo di Neurochirurgia diretto da Sandro Carletti, affiancato da Cesare da Cesare Giorgi e Nicholas Boulis, dell'americana Emory University di Atlanta. Riportando le parole di Vescovi, il degente “sta bene, è di buon umore, mangia e respira bene''. L'uomo è stato colpito dalla patologia 3 anni fa e ora non riesce più ad articolare le parole, accusando peraltro problemi alle braccia e alle gambe. Per il momento mantiene la facoltà di respirare in maniera autonoma. Altri diciotto pazienti saranno trattati nell'ambito della stessa sperimentazione. Gli studiosi precisano che si tratta di uno studio di fase I, volto quindi solo a verificare la sicurezza della tecnica. Le staminali prelevate dal feto sono state trasferite nel paziente grazie a tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare, ognuna delle quali composta da 15 millesimi di millilitro e con circa due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali.

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